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Il doppio del pontefice malvagio.
Un affresco del Pinturicchio custodito in Vaticano mostra il papa Alessandro VI in atteggiamento devoto- un'immagine che nel migliore dei casi si potrebbe definire fuorviante. Anche rispetto al modello permissivo dell'Italia rinascimentale, Alessandro, nato Rodrigo Borgia, fu un campione di risolutezza,
e il suo pontificato un regno del delitto, dell'incesto, della falsità e dell'avidità più sfrenata. Il papa, settantatreenne, morì nel 1503, probabilmente di malaria. Ma,
data la sua fama, si diffusero sulla sua morte versioni più sinistre. Si dice che il pontefice, dopo aver promulgato un editto che annetteva alla Santa Sede le proprietà di tutti i cardinali morti, avesse progettato di uccidere un ricco cardinale per impossessarsi dei suoi beni. A tale scopo Alessandro si fece invitare,
assieme al crudele figlio Cesare, a un pranzo in casa della vittima designata.
I Borgia avrebbero portato il vino, che era avvelenato. Recandosi al banchetto,
Alessandro si accorse di aver dimenticato un amuleto che credeva lo rendesse
invulnerabile al veleno e inviò uno dei suoi cardinali a recuperarlo. Entrando nella camera del papa, costui si trovò di fronte a una straordinaria visione: su un catafalco al centro della stanza giaceva il cadavere di Alessandro VI.
Al banchetto nel frattempo era accaduto che il papa, in seguito a uno scambio di bicchieri, bevesse proprio il veleno da lui destinato al suo ospite e dopo pochi giorni morisse.
Sir Gilbert Parker membro del parlamento Inglese, ( Camera dei Comuni ) vide nel 1905 un suo collega della camera nello stesso giorno in cui Sir Federick Carne Rasch doveva essere impossibilitato ad essere presente per via di una malattia,ma anche altri due membri del parlamento videro lo stesso giorno il collega aggirarsi per il palazzo. La Regina Elisabetta I, pur avendo fama di donna pragmatica, vide il suo doppio poco prima di morire. Il suo spirito, pallido e grinzoso, giaceva sul
letto accanto a lei. Nel 1771 il poeta tedesco Wolfgang von Goethe ebbe una visione del suo doppio. In viaggio verso Drusenheim, vide l'immagine di se stesso
che, con abiti insoliti, cavalcava nell'opposta direzione. Otto anni dopo il poeta si
ritrovò su quella strada, con i medesimi abiti che aveva immaginato. Percy Bysshe
Shelley vide il suo spettro nel 1882, a bordo di una barca che più tardi affondò,
provocando la morte del poeta. Esistono un'infinità di queste storie; che non sono solo parte di esperienze che si potevano presentare in tempi passati, ma anche oggi molti hanno la percezione di " vedere " un avvenimento tragico dove lo "spettatore e la vittima" e colui alla quale la visione precognitiva gli presenta un fatto che di lì a poco si materializzerà in modo tragico come "avviso di morte".
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Autofania.
Termine proposto dalla dottoressa Inglese Celia Green per indicare quei fenomeni di bilocazione - esperienza extra corporea - (soggettiva stato asomatico) - escursione psichica - esperienza fuori dal corpo - O.B.E.
nei quali il soggetto ha l'impressione di vedere il proprio doppio, o corpo parasomatico, mantenendo quindi la coscienza nel corpo fisico. Per questo fenomeno si usa appunto il termine "Autofania". Si conoscono
casi in cui il soggetto, pur mantenendo la coscienza nel corpo fisico, ha potuto stabilire una vera e propria conversazione con il suo doppio, il quale, però, non rispondeva con parole ma con una sorta di Diapsichia:
ne dà notizia, ad esempio, Paul Sollier nel suo libro Phènomènes d'autoscopie.
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