Guerra ambientale e rapimenti alieni (Abduction) sono tutt’uno.
Da tempo memorabile si parla di UFO e “Rapimenti Alieni” e da anni molti scienziati si sono interessati del preoccupante fenomeno esteso, oramai, a tutto il mondo.
In Italia. il fenomeno è stato seguito con vivo interesse dal prof. Corrado Malanga, (chimico Farmaceutico dell’Università di Pisa). Costui da anni si è interessato di Ufologia. e da un pezzo esegue l’ipnosi regressiva, metodo piuttosto controverso, perché nonostante la buona fede di chi si sottopone a questo trattamento, non garantisce la reale e veritiera analisi prodotta per riflesso. Insomma, nessuno può garantire che il soggetto sottoposto ad esame non mentisca deliberatamente. Nonostante tutto, l’esimio professore, continua imperterrito a propagandare la bontà del suo trattamento e viene invitato a partecipare a congressi e trasmissioni televisive in tutt’Italia e persino all’estero.
I mass media si sono interessati al personaggio, non perché si voglia portare una informazione debitamente VERA, bensì, perché il “personaggio del giorno” riempie gli spazi vuoti, sia nei giornali, sia negli spazi televisivi che raccolgono un indice maggiormente elevato tra i telespettatori. In realtà, tra il pubblico televisivo e divoratori della carta stampata, chi può dire che le affermazioni del Malanga siano corrette ed esattamente veritiere? Personalmente, sono e rimango piuttosto perplesso, innanzi a tale comportamento che dimostra un aberrante stupidità umana che accetta incondizionatamente tutto ciò che viene dalla televisione e dai giornali.
Quanti, hanno mai seguito davvero da vicino l’operato di codesto personaggio? Cosa sanno costoro, il lettori ed appassionati telespettatori, in tema Abduction?
E’ vero che sono tanti gli appassionati di Ufologia ma, quanti di questi si sono soffermati ad approfondire il caso? Normalmente si è inclini ad accettare il fenomeno UFO ed i “Rapimenti Alieni” perché si crede negli extraterrestri . Esseri dotati di un altissima tecnologia che gli permette di attraversare lo spazio temporale giungendo fino a noi…. Avrebbero persino, delle basi segrete, qui, sulla terra, e tutto questo alimentato dal famoso Crash nell’altrettanto famosissima Area 51, area ancora attualmente superprotetta dai militari Americani che tra conferme e smentite ancora alimentano un fatto davvero sconcertante e seriamente preoccupante. Gli Alieni esistono, ed io ne sono estremamente convinto, ma prima di accettare incondizionatamente la versione del prof. Malanga che vede dappertutto alieni che rapiscono persone ignare durante il sonno per sottoporle ad esperimenti biologici, innestando magari dei microchip per poi monitorarli, e chissà quali altri astrusi esperimenti, vorrei sottoporre alla vostra attenzione dei documenti davvero scioccanti.
Documenti che rivelano il folle operato di alcuni scienziati terrestri e ….non alieni… che producono gli stessi effetti riportati dai presunti rapiti, cosi come li racconta il prof. Corrado Malanga.
I documenti:
Da leggere fino all’ultima riga e ponderare con particolare attenzione
Fenomeno scie chimiche: siamo tutti cavie ignare?
Già il nome mette paura, ma cosa sono queste scie chimiche? Sono pericolose per noi e per l’ambiente? Perché da qualche anno in cielo si vedono scie rilasciate da aerei che faticano a svanire come normali scie di condensa?
Le prime testimonianze della presenza di strane scie bianche rilasciate nel cielo da aeromobili risalgono al 1996 in seguito alle segnalazioni di alcuni cittadini americani; successivamente in molti altri Paesi tra i quali Canada, Nuova Zelanda, Australia, Scozia, Inghilterra, Francia, Spagna, Germania ed Italia è stata notata la presenza nei cieli di queste chemtrails (scie chimiche) che nulla hanno a che vedere con le scie tipiche di condensazione rilasciate dagli aerei che volano al di sopra degli 8000 metri di altezza; infatti queste, a differenza di quelle soprannominate chimiche, non rimangono sospese nell’aria per ore, espandendosi poi a dismisura fino a creare delle vere e proprie nubi. Di fronte alle insistenti pressioni di buona parte della popolazione americana e canadese, allarmate da questi strani fenomeni che si verificano sopra le loro teste, le autorità americane interpellate (EPA-NASA-FAA-NOAA) affermano tutt’oggi l’inesistenza di esperimenti o fenomeni atmosferici ricreati artificialmente.
In realtà, dopo le prime analisi effettuate nel 1998 ad Edmonton, in Canada, alcuni ricercatori trovarono nel terreno, nelle polveri e nelle acque delle zone sottostanti gli spazi aerei irrorati con queste strane scie, un’ alta concentrazione di sostanze chimiche nocive e dannose per il nostro organismo quali: sali di bario, ossido di alluminio, bromuro, titanio, batteri, torio radioattivo, quarzo, magnesio, carbone, tutti sotto forma di nano particelle.
In Italia, si inizia a parlare del fenomeno di questi 'bombardamenti' chimici solo nel 1999 grazie alla rivista Nexus, mentre tutt’ ora, a parte recentemente il programma di Rai Due 'Voyager' e Fabio Volo nel suo programma di Radio Deejay, i principali organi di stampa e network televisivi preferiscono non soffermarsi troppo sull’argomento, (addirittura le previsioni meteo non vengono più fatte con immagini satellitari), a differenza del resto d’Europa dove spesso si vedono programmi che trattano il tema, specie in Gran Bretagna e Germania. Il 2006 ed il 2007 sono stati due anni nei quali nei cieli italiani, soprattutto sopra il Piemonte e la Liguria, si è assistito ad un vero e proprio aerosol di queste sostanze da parte di aerei cargo militari chiamati in gergo tanker; inutile dire che le sostanze che fuoriescono da questi aeroplani siano molto nocive e potrebbero causare gravi problemi alla salute, tant’è che alcuni esperti hanno già parlato della nascita di un nuovo male che potrebbe essere causato proprio da queste sostanze, il morbo di Morgellons, malattia ad oggi incurabile che causa piaghe cutanee e fuoriuscita di sostanze non organiche dalla pelle.
LIMITAZIONE DELLA SOVRANITA’ NAZIONALE:
Alla prima denuncia ufficiale contro le chemtrails, il governo canadese rispose ai suoi cittadini di non essere coinvolto in operazioni atte a disseminare nel cielo sostanze chimiche e di non aver autorizzato altri paesi a farlo. Nel gennaio 2006, l’On. Antonio Di Pietro partecipa ad una trasmissione televisiva su Canale Italia e, rispondendo ad uno spettatore riguardo questo problema, gli ricorda che nonostante neanche l’Italia non abbia concesso ad altri Paesi il permesso di sorvolare i propri spazi aerei, ciò potrebbe essere avvenuto anche senza un’autorizzazione ufficiale, poiché aerei non italiani (USA-NATO), hanno la libertà di volare nei nostri cieli senza dare spiegazione alcuna allo Stato italiano.
Ad avvalorare la tesi della limitatezza della sovranità del Governo italiano sul proprio territorio, ci sono le numerose interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche e sulle loro conseguenze rimaste prive di risposta poste a partire dal 2003 dagli On. Sandi, Ruzzante, Galante, Nieddu, Ciccanti e dal Codacons, stessa sorte è toccata anche in sede di Parlamento Europeo.
IL PERCHE’ DELLE SCIE CHIMICHE:
Come abbiamo già detto, le scie chimiche ufficialmente non esistono, in quanto nessuna istituzione o governo ha mai ammesso la loro esistenza; i sostenitori della teoria delle scie chimiche hanno formulato varie ipotesi sul perché la Nato e gli Stati Uniti stiano facendo questi esperimenti, lo scopo delle chemtrials non necessariamente potrebbe essere uno soltanto; alcuni esperti parlano di Sperimentazione meteorologica, ovvero si sta cercando di fare in modo che gli eserciti possano avere potere sul clima, aumentando o diminuendo a piacimento la quantità e la durata delle precipitazioni, ad esempio le nano particelle di Bario eliminano l’umidità nell’aria facendo così diminuire le precipitazioni. Altri parlano di Sperimentazioni per tattiche militari visto che le sostanze rilevate nelle scie contengono materie che facilitano ed intensificano le onde radio ed al tempo stesso le nubi causate possono oscurare i satelliti di potenziali nemici. Tutto ciò può essere ritenuto plausibile, ma la cosa che penso interessi alla collettività sia quella di sapere se si stanno o meno facendo esperimenti di questo tipo sopra le nostre teste, da chi e perché; solo le istituzioni statali o sovranazionali possono chiarire una volta per tutte questi misteri, ma per ora, risposte concrete e chiarificatrici tardano ad arrivare.
Microcircuiti nelle urine
Grazie ad una segnalazione della gentilissima Dottoressa Staninger, rendiamo conto, soprattutto attraverso le fotografie, di una testimonianza tratta da un forum dedicato al morbo di Lyme, una patologia che inizialmente fu confusa col Morgellons, ma di differente eziologia (è, infatti, una malattia dovuta ad un parassita del cotone e non a nanostrumenti biotecnologici). Purtroppo la disinformazione è imperante, perciò molti pazienti affetti da morbo di Morgellons sono ancora convinti di essere vittime di una patologia di origine parassitaria.
Il contributo riguarda le analisi dell'urina di un paziente affetto con ogni probabilità da Morgellons: nell'urina sono state trovate formazioni cristalline che, notevolmente ingrandite, appaiono molto simili a circuiti stampati. Questi oggetti sono piccolissimi e trasparenti. La scoperta lascia esterrefatti, ma pare confermare un'ipotesi ventilata in Mutanti e sostenuta da alcuni ricercatori come
Le scie chimiche sono usate anche per trasformare gradatamente gli uomini in una nuova specie, in cui è superato il confine tra biologico ed elettronico ?
L'articolo che proponiamo è una conferma indiretta di quanto avevamo già appurato circa la correlazione tra precipitazioni e quantità dei nuclei di condensazione. Infatti, nell'articolo intitolato Ancora sul quarzo nelle scie chimiche scrivevamo: “Non si può escludere che i cristalli di quarzo siano sparsi per aumentare i nuclei di condensazione delle nuvole. È noto che attorno a granelli di sabbia, pollini, polvere etc. si formano le gocce d'acqua delle nubi. Le stille cadono solo quando sono grandi e pesanti abbastanza, attratte dalla forza di gravità. Se si accresce, però, il numero dei nuclei, le gocce sono più numerose e leggere e difficilmente cadono al suolo sotto forma di precipitazione. Questo potrebbe spiegare perché, senza dimenticare l'irrorazione di sostanze igroscopiche, le perturbazioni imbrifere risultano o del tutto annichilite o indebolite sicché sovente i temporali e gli acquazzoni, previsti da alcuni centri meteo non al corrente delle operazioni clandestine di aerosol, diventano brevi piogge o piovaschi o inconsistenti acquerugiole”.
Ora si concentri l'attenzione su tale cruciale passaggio dello studio: “Abbiamo dimostrato che il loro effetto (l'effetto radiativo e quello microfisico, n.d.r.) combinato può determinare un aumento delle precipitazioni per moderati aumenti della concentrazione di aerosol dovuti alle attività umane, mentre provoca una riduzione delle precipitazioni per aumenti rilevanti di concentrazione di aerosol, quando l’effetto radiativo prevale”.
È indubbio che le chemtrails (inquinamento deliberato) concorrono ad incrementare notevolmente le concentrazioni di aerosol, in concomitanza con un fenomeno radiativo accentuato dalla coltre chimica che copre numerose regioni della Terra sia di giorno sia di notte. L'inquinamento legato alle attività antropiche incide in misura assai minore: con ciò non vogliamo asserire che tale forma di contaminazione non debba essere contenuta in ogni modo possibile, ma che è necessario vedere la foresta e non solo l'albero. Le scie chimiche e le connesse emissioni elettromagnetiche sono la trave, le altre forme di inquinamento sono la pagliuzza.
Naturalmente l'articolo a firma dell'esimio Sandro Fuzzi del famigerato I.S.A.C. vale quel che vale: suffraga, come si rilevava, l'ipotesi tempo fa formulata, ma con il solito strabismo, individua nel particolato prodotto dal traffico veicolare, dalle industrie, dagli inceneritori, dagli impianti di riscaldamento la fonte degli scompensi pluviometrici, laddove la principale causa è costituita dal particolato contenuto nelle scie tossiche. Nuovi giri di vite contro gli automobilisti “inquinatori” sono prevedibili, mentre immondi uccellacci, del tutto indisturbati, continueranno ad insudiciare il pianeta con le loro pestilenziali deiezioni.
Certo, noi, dopo aver raccolto prove di ogni tipo e dopo aver proposto modelli interpretativi avvalorati da riscontri di vario tipo, siamo dileggiati ed insultati, mentre l'illustre Fuzzi può bellamente attingere ai nostri studi, senza citare la fonte, per pubblicare un articolo sulla prestigiosa Science. Non sia mai che egli contamini il suo angelico spirito con chi investiga le chemtrails e le loro conseguenze. Noblesse oblige.
La relazione tra inquinamento e nuvolosità dimostrata per la prima volta con evidenza scientifica da un gruppo di ricercatori tra cui Sandro Fuzzi dell'I.S.A.C.- C.N.R. in un articolo pubblicato su Science.
Che le attività antropiche incidano sul clima è noto, come pure sul cambiamento delle caratteristiche delle nubi e sulla loro capacità di dare luogo a precipitazioni nelle aree continentali maggiormente industrializzate. Ma la relazione precisa non era finora chiara: in alcuni casi, l'inquinamento sembra determinare una diminuzione delle precipitazioni, in altri un aumento. Una risposta a quest'apparente incongruenza è stata data da un gruppo di ricercatori, fra i quali Sandro Fuzzi dell'Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, con un articolo pubblicato sulla rivista Science.
La scoperta è di grande importanza, poiché le nubi e le precipitazioni sono una fondamentale componente del clima della Terra, anche se la loro conoscenza tuttora costituisce una delle principali incertezze nella formulazione dei modelli climatici.
“Le particelle disperse in atmosfera”, spiega Sandro Fuzzi, “sono necessarie per la formazione delle nubi, in quanto servono come ‘nuclei di condensazione’ delle goccioline che costituiscono le nubi stesse. In un ipotetico mondo privo di queste ubiquitarie particelle, le nubi non esisterebbero. Sono le caratteristiche delle particelle atmosferiche che fungono da nuclei di condensazione ad influire sulla struttura delle nubi e sulla loro capacità o meno di dare luogo a precipitazioni”, spiega ancora il ricercatore dell'I.S.A.C.-C.N.R. “Infatti, solo una piccola frazione delle nubi presenti nell'atmosfera dà luogo a precipitazione; le altre evaporano, liberando di nuovo in atmosfera il vapore acqueo e le particelle che costituivano i nuclei di condensazione”.
I ricercatori hanno individuato due effetti dell'aerosol sulle precipitazioni in competizione fra loro: un effetto radiativo, che tende a ridurre la precipitazione, ed un effetto microfisico, che tende ad aumentarla. “Fino ad oggi questi due effetti sono sempre stati considerati separatamente”, spiega Fuzzi, “mentre abbiamo dimostrato che il loro effetto combinato può determinare un aumento delle precipitazioni per moderati aumenti della concentrazione di aerosol dovuti alle attività umane, mentre provoca una riduzione delle precipitazioni per aumenti rilevanti di concentrazione di aerosol, quando l'effetto radiativo prevale”.
In sostanza, la sempre più massiccia immissione nell'atmosfera di particolato dovuto ai processi industriali, al traffico veicolare e ad altre attività antropiche aumenta la piovosità, fino ad un certo livello di inquinamento, oltre tale livello la diminuisce. “Data l'importanza per l'umanità intera della disponibilità d'acqua, le modifiche indotte dall'industrializzazione sulle nubi e le precipitazioni - essenziali per l'approvvigionamento idrico - sono da anni oggetto di studio da parte della comunità scientifica”, spiega il ricercatore. “Nonostante vi siano varie evidenze documentate sull’alterazione delle precipitazioni dovuta al particolato atmosferico di origine antropica, in alcuni casi, si registra una diminuzione delle precipitazioni, in altri un aumento. Ed è comunque difficile stabilire un chiaro nesso causale tra aerosol e precipitazioni ed il segno della variazione di precipitazioni”. (Se Fuzzi ci contatta, glielo spiegheremo noi, n.d.r.)
Il nuovo approccio concettuale formulato nell'articolo, che si basa su un ampio set di misure sperimentali in situ e da satellite, può quindi riconciliare le opposte evidenze sperimentali sul segno dell'effetto dell'aerosol antropico sulla quantità delle precipitazioni e costituisce la base di più accurate simulazioni dell'interazione aerosol-nubi-precipitazioni nei modelli climatici, oltre ad essere importante anche per gli studi sulla modificazione artificiale delle precipitazioni.
Scheda
Data articolo: ottobre 2008
Che cosa: articolo pubblicato su Science
Chi: relazione tra inquinamento e precipitazioni
La guerra ambientale esiste
Ne parla il Generale Fabio Mini
“La guerra ambientale, in qualunque forma, è proibita dalle leggi internazionali. Le Nazioni Unite fin dal 1977 hanno approvato la convenzione contro le modifiche ambientali, il che rende ingiustificabile qualsiasi guerra proprio per i suoi effetti sull'ambiente, ma come succede a molte convenzioni, quella del 1977 è stata ignorata ed i militari hanno anzi accelerato la ricerca e l'applicazione delle tecniche di modificazione del tempo e del clima, facendole passare alla clandestinità.
Se prima di quella data, l'uso delle devastazioni ambientali era chiaro e se le modifiche ambientali anche gravissime erano codificate e persino elevate al rango di sviluppo strategico o di progresso tecnologico, oggi non si sa più dove si diriga la ricerca e come si orientino le nuove Armi”.
Tenente Generale Fabio Mini
Il Tenente Generale Fabio Mini spiega alcune strategie di guerra e tra queste le metodologie di modificazione climatica (vedi H.A.A.R.P. e chemtrails). Radio Base, all'interno di Linea diretta del 21 febbraio 2008, lo ha intervistato.
Morgellons: chi vuole nasconderci la verità?
Quando ci si riferisce al morbo di Morgellons e si associa questa orribile patologia alle chemtrails ed alle nanomacchine, cosparse tramite i famigerati tankers chimici, si è consapevoli che certe affermazioni, oltrepassando il limite ammesso dalla "verità" ufficiale, si scontreranno con lo scetticismo di molti ed il patetico dileggio di altri. Da un lato abbiamo infatti la gente comune che, abituata ad una verità edulcorata dai media di regime, fatica a comprendere che effettivamente qualcuno, dal cielo, ci stia lentamente avvelenando. Dall'altro lato assistiamo al fanatico zelo di un manipolo di agenti che, in tutti i modi possibili cercano di tappare la falla nella censura ed assegnano alla nostra ricerca e diffusione di informazioni, l'appellativo di "ridicola invenzione allo stato puro".
Nanomacchine autoassemblanti? Filamenti intelligenti ed autoalimentati? Polimeri bioattivi? Secondo le affermazioni di questi disinformatori si tratta solo del risultato di fantasie da "cospirazionisti". Inutile dire che questi beoti al soldo degli avvelenatori (pagati in realtà da noi) sono bene al corrente del fatto che quanto qui si afferma è rispondente al vero, altrimenti non sprecherebbero il loro tempo ed il denaro dei contribuenti per diffamarci sulla Rete!
Riassumendo... che cosa è il Morgellons? Perché in molti hanno paura solo di affrontare l'argomento? Come mai alcune case editrici addirittura si rifiutano di iniziare o proseguire la loro collaborazione con coloro (pochi, a dire il vero) che vogliono semplicemente informare su quanto di drammatico sta avvenendo nei paesi interessati dalle operazioni clandestine di aerosol? Il Morgellons è originato da esperimenti sulle popolazioni? Chi ha interesse e perché a mantenere il tutto sotto una vergognosa cappa di silenzio? Per quale motivo frange dello Stato mirano a mantenere il silenzio su questo terribile flagello? A quale livello i nostri governi sono coinvolti nella sperimentazione "per mezzo di aerosol" di nuove tecnologie atte a trasformare la popolazione in esseri semibionici?
E' dimostrato che nella nostra atmosfera viene sparsa la smartdust (polvere "intelligente", già usata in Iraq ed Afghanistan per spiare le truppe nemiche). Gli scienziati Michael Castle, Hildegarde Staninger, Michael karjo, Donald Scott sono certi che la diffusione della smurtdust è all'origine del morbo di Morgellons, ma stranamente nessun organo ufficiale accreditato vi accenna. Ufficialmente il nesso tra questa patologia e le chemtrails, non esiste. Anzi, questi scienziati indipendenti sono quotidianamente costretti ad affrontare attacchi volti al loro discredito attraverso la calunnia e la diffamazione. Costoro hanno scoperto che le nanofibre che fuoriescono dalle ferite dei malati di morgellons, sono in grado di trasmettere e ricevere sia immagini sia suoni. E' chiaro dunque che la popolazione umana è attualmente sottoposta ad una serie di tests clandestini atti a modificare progressivamente il DNA umano (molti bambini nascono già portatori del Morgellons) e per trasformare gli esseri viventi in una sorta di ripetitori di segnali wireless (Tutto intorno a te...).
Sulla base di alcune nostre ricerche, pare che alcuni ospedali italiani stiano affrontando una situazione epidemiologica non più sostenibile: da un lato i casi sempre più numerosi di Morgellons, che non si sa come curare (almeno qui in Italia), dall'altro il rifiuto di prendere in cura le persone affette da questa affezione... perchè visti come "patata bollente".
Il giornalista statunitense Tim Swartz scrive: "Esistono dati convincenti i quali indicano che il Morgellons è associato alla tecnologia, specialmente alle nanomacchine sotto forma di nanostrutture. La National science foundation (N.S.F.) definisce nanofibre delle strutture che hanno almeno le dimensioni di 100 nanometri o meno. I campioni di fibre, estratti dai pazienti di Morgellons, se esposti a calore, non bruciano, se non ad una temperatura di 1.700 gradi Fahreneit. Osservate al microscopio elettronico, le fibre non appaiono organiche: non hanno cellule eucariotiche né membrana cellulare. Dal momento che il Morgellons non è un parassita, esso è una macchina. In marzo ed aprile, Jeff Rense ha pubblicato e diffuso alcune valide ricerche basate su analisi scientifiche di tipo spettroscopico. Le ricerche sono state condotte sotto l'egida della tossicologa, Dottoressa Hildegarde dell'Integrative Health International di Lakewood, California.
I primi risultati sono stati inquietanti. Il Morgellons sembra essere l'invasione del tessuto umano per opera di una nanotecnologia finalizzata alla comunicazione sotto forma di nanotubi, nanocavi, nanostrumenti in grado di assemblarsi da soli e di replicarsi e dotati di sensori.
Altre configurazioni associate al Morgellons veicolano frammenti geneticamente modificati di D.N.A. e di R.N.A. Le nanomacchine del Morgellons proliferano in ambiente alcalino ed usano l'energia bioelettrica dell'organismo ed altre fonti non identificate per alimentarsi. Esiste anche l'evidenza che certe nanomacchine contengono al loro interno delle batterie. Le nanomacchine del Morgellons sono costruite per ricevere specifiche microonde, segnali E.M.F., E.L.F. ed onde radio".
I ricercatori sono in possesso da diversi anni della tecnologia adatta alla realizzazione di progetti che sembrano originati dalla mente di un folle. Ora, con cautela, filtrano alcune notizie sui "progressi" raggiunti e si cerca di disseminare queste informazioni con l'alibi di una nuova era ricca di vantaggi enormi per l'uomo e per la "civiltà" in genere. Ecco come vengono descritte alcune applicazioni che si basano sull'uso di nanomacchine autoalimentate, nanotubi, nanocavi, filamenti, etc.
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Nanoantenne in una microfibra per generare energia elettrica
Fonte: reuters.com, genitronsviluppo.com
Un team di scienziati statunitensi diretti da Zhong Lin Wang hanno messo a punto un nuovo tessuto in microfibra che genera energia elettrica, in grado di creare abbastanza corrente per ricaricare un telefono cellulare o un lettore MP3. Una semplice camicia, il cui tessuto potrebbe generare energia elettrica per chi la indossa semplicemente passeggiando o anche quando mossa da una leggera brezza.
"La microfibra a base di nanogeneratori sarebbe un modo semplice ed economico per convertire l'energia raccolta dal movimento fisico in energia elettrica" così dichiara Zhong Lin Wang del Georgia Institute of Technology, che ha guidato lo studio. I nanogeneratori sfruttano le proprietà dell'ossido di zinco un semiconduttore - nanoantenne - ossia minuscoli filamenti 1000 volte più fini della larghezza di un capello umano che saranno incorporati nel tessuto in coppie di microscopici pennelli.
Una delle 2 fibre in coppia è rivestita con oro e serve da elettrodo. Così le coppie di materiali diversi attraverso il movimento del corpo, sfregandosi, convertono il movimento meccanico in energia elettrica. Il team di scienziati alle prese con i nanogeneratori spiegano che questi immersi per 12 ore in determinate sostanze "crescono automaticamente sulla superficie della fibra", così ha detto Wang. "In linea di principio, è possibile utilizzare qualsiasi fibra, a patto che conduca elettricità".
Finora, i ricercatori hanno dimostrato il principio e sviluppato un piccolo prototipo. Sempre Wang: "Le nostre stime mostrano che possiamo ottenere fino a 80 milliwatt per metro quadrato di tessuto. Questo è sufficiente per fornire energia elettrica per un iPod o ricaricare la batteria di un telefono cellulare", "quello che abbiamo fatto è dimostrare il principio fondamentale e il meccanismo". Il materiale potrebbe essere utilizzato benissimo da escursionisti o in settori come la biomedicina o il monitoraggio ambientale.
Un grande ostacolo rimane: l'ossido di zinco degrada quando si bagna. Il team di Wang quinid sta lavorando su un processo di come creare un mantello per proteggere le microfibre del tessuto in lavanderia.
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Su "Nature": Indumenti a generazione di energia
Fonte: lescienze.espresso.repubblica.it
Sono tessuti con fibre di Kevlar su cui vengono fatti crescere i nanocavi di ossido di zinco in senso radiale.
Fibre tessili ricoperte di nanocavi di ossido di zinco possono generare una corrente elettrica sfruttando l’effetto piezoelettrico ed essere combinate in modo da poter essere integrate in un tessuto da cui si può ricavare, in linea di principio, indumenti a generazione di energia. Ciò aprirebbe la strada alla realizzazione di giacche in grado di alimentare piccoli dispositivi elettronici in situazioni critiche, come nel caso di azioni militari.
È quanto spiegano in un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista “Nature” i ricercatori del Georgia Institute of Technology che hanno realizzato il dispositivo.
Il gruppo di Zhong Lin Wang in realtà non è nuovo a questo tipo di realizzazioni: già nell’aprile dello scorso anno aveva annunciato la possibilità di nanogeneratori in grado di sfruttare l'energia dispersa nell’ambiente in forma di onde di ultrasuoni o vibrazioni meccaniche, o addirittura di quella del flusso sanguigno. Il sistema ibrido microfibre-nanocavi presentato ora si basa proprio su quel progetto, che sfruttava le proprietà uniche delle nanostrutture di ossido di zinco, sia piezoelettriche sia semiconduttrici. Tali nanostrutture vengono poi integrate in un nanogeneratore che ha le dimensioni di un quadrato di 3 millimetri di lato, in grado di produrre una corrente elettrica fino a 800 nanoampere e una differenza di potenziale di 20 millivolt.
Questi ultimi generatori a microfibre si basano sugli stessi principi, ma sono realizzati con materiali flessibili e sono progettati per catturare l’energia a bassa frequenza di vibrazioni meccaniche. Sono costituite da fibre di Kevlar su cui vengono fatti crescere nanocavi di ossido di zinco in senso radiale, a partire da una “radice” avvolta in un materiale polimerico fino a costituire una struttura simile a quella di una spazzola per capelli. Una delle fibre in ogni coppia è anche rivestita di oro e funge da elettrodo deflettendo oltre a ciò le punte dei nanocavi
Dopo aver letto queste pagine, vi reggete ancora in piedi? Non siete stati colti da una nausea asfissiante che lascia sgomenti e terrorizzati?
L’operato umano e la sua follia non trova limiti … Altro che rapimenti Alieni…. che, a questo punto, sarebbero auspicabili se servissero ad allontanarci da questi pericoli sicuramente reali.
Non siete d’accordo?
Pier Paolo Saba.
Olbia, 3 febbraio 2009
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