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L'inglese Harry Price
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Fondò nel 1926 il National Laboratory of Psychical Research.
Price si dedicò in particolare per la sua ricerca sui fantasmi del Borley Rectory, nella contea Inglese del Suffolk. Per facilitare le indagini, Price mise appunto apparecchiature specifiche che individuavano la presenza di fantasmi: macchina fotografica, cinepresa, un metro a nastro di acciaio, un misuratore a mercurio per rilevare le vibrazioni, una fiaschetta di brandy nell'eventualità di svenimenti o ferite, e soprascarpe opportunamente felpate.
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L'infestazione di Borley
Quando Price si recò per la prima volta a Borley Rectory nel 1929, fu salutato da una sconcertante fenomenologia di S.F.P.O. o ( sistema fenomenico paranormale di tipo "oggettivo" ) poltergeist detto anche toribismo,
così chiamati in riferimento a I.P.A. ( agenti personali incorporei ) spiriti disincarnati. Un mattone si schiantò al suolo con grande violenza staccatosi dal soffitto, un candeliere piombò giù dalla tromba delle scale del rettorato;
Price fu colpito da ciottoli e palline di naftalina che sembravano provenire dal piano superiore dell'edificio. La sua non fu una reazione di paura, ma piuttosto di esaltazione: lì c'era un caso potenzialmente interessante. Per alcuni anni a partire da quel giorno Price visitò regolarmente il rettorato, ma a un certo punto venne alla conclusione che un'indagine approfondita sui fantasmi che lo frequentavano avrebbe richiesto un'osservazione costante e regolare. Nel 1937 affittò il rettorato per un anno e vi si trasferì, accompagnato da una squadra speciale i cui membri avevano risposto a un annuncio da lui pubblicato sul Times di Londra. Price e il suo gruppo documentarono le apparizioni, fenomeni di pneumatofonia, fenomeni olfattivi sgradevoli tipici di luoghi infestati. Nel 1939, a dieci anni dall'inizio della sua indagine sugli strani fatti di Borley, il rettorato fu distrutto da un incendio, cosa che secondo alcuni fu l'adempimento di una minaccia avanzata dai fantasmi che lo popolavano. I ricercatori che oggi continuano l'opera di Price
sono meno disposti ad accollarsi il dispendio di tempo e di denaro, e la scomodità di trasferirsi in una casa frequentata dai fantasmi. Solitamente il
loro approccio consiste nel sottoporre a verifiche i percipienti, e nel tentare
di catturare l'attività paranormale con video, attrezzature fotografiche e registratori. I metodi impiegati dalla psicologa newyorckese Gertrude Schmeidler sono tipici dell'ultima generazione di studiosi del paranormale.
La Schmeidler studiò il caso di una donna che denunciava nella sua casa una strana presenza che fu percepita anche dai suoi due figli adolescenti. Il fenomenosi ripetè con insistenza parecchie volte e un giorno la sensazione della donna fu così palpabile da indurla a fuggire praticamente di casa.
La strategia della Schmeidler fu diretta. Per prima cosa divise la pianta
topografica di un piano della casa in più di 300 unità, chiedendo a ogni membro della famiglia di segnare i punti esatti in cui la presenza era stata
avvertita. Poi reclutò nove sensitivi, ogniuno dei quali girò liberamente per la casa con in mano una coppia vergine della mappa. Ai sensitivi fu chiesto di segnare sulla pianta i punti in cui loro avvertivano la presenza. Quando confrontò tutte le piantine la Schmeidler trovò che, pur non potendosi considerare del tutto conclusi, i risultati erano non di meno interessanti:
due sensitivi avevano compilato delle mappe che fondamentalmente ricalcavano quelle dei familiari. Inoltre, quattro dei nove sensitivi attribuirono
alla presenza le stesse caratteristiche indicate dalla famiglia, che l'aveva identificata come il benevolo fantasma di un uomo di mezza età. Qualcosa in effetti sembrava funzionare, ma la questione fondamentalmente rimaneva aperta. A che cosa, esattamente, reagivano la famiglia e i sensitivi?
A un fantasma reale? A una proiezione ESP? A un frutto dell'immaginazione?
Nessuno poteva dirlo con certezza.
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